Educare alla libertà responsabile

Avvolto in una nube di dotte citazioni, Dario Berti ha cortesemente polemizzato con me a proposito della mia contrarietà alla legalizzazione delle droghe con probabile relativa nascita di un altro carrozzone statal-burocratico.

Cominciamo con Mill e con la questione di non arrecare danno agli altri. So benissimo che non è possibile fissare in modo dogmatico e autoritario dove cominci e finisca il danno arrecato con i nostri comportamenti alle vite altrui.

Ho semplicemente fatto notare che, comunque, una qualche forma di sofferenza rischiamo sempre di infliggerla. Ma non per questo dobbiamo rinunciare a certi comportamenti, se in coscienza li riteniamo moralmente giusti.

Il punto delicato è, però, questo: che cos’è in effetti quella che chiamiamo coscienza morale? Non essendo credente in nessuna religione rivelata e non potendo contare su un codice morale calato dall’alto, penso che i contenuti della mia coscienza siano il frutto della mia educazione modificati dalle esperienze che ho fatto nel corso della mia esistenza.

Se le cose stanno in questi termini, la mia coscienza è inevitabilmente fallibile e può trasformarsi con il mutare dell’esperienza. Tuttavia, finché qualcuno non mi convince del contrario, è ad essa che mi debbo attenere. Non posso, però, chiudermi nel mio egocentrismo, rifiutando di prendere in considerazioni le ragioni e le sofferenze altrui, e rivendicando una libertà irresponsabile.

Torniamo alla faccenda delle droghe.

Rendere legale il loro consumo significa incoraggiare comportamenti che, alla mia coscienza morale (peraltro, come ho detto, fallibile), appaiono non in sintonia con un’etica della libertà/responsabilità per i motivi che Davide Giacalone ha efficacemente illustrato.

Ho anche detto che sono contrario alla prigione, dal momento che la prigione, nonostante il dettato della Costituzione, non educa ma corrompe definitivamente persone che hanno invece bisogno di essere capite e aiutate. Ma per fare questo non serve neppure la droga di Stato.

Si può depenalizzare senza legalizzare, ci sono misure alternative da adottare nei confronti dei consumatori di droghe. C’è, soprattutto, da insistere sul valore dell’educazione in famiglia e a scuola, con genitori e professori che abbiano il coraggio di essere tali.

Lo so che non è facile, ma proviamoci.

 

 

 

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