Introduzione
Il Mar Baltico è stato da diversi anni teatro di tensioni geopolitiche dovute alla presenza di numerosi cavi sottomarini che collegano Svezia, Finlandia, Lettonia e Lituania. Negli ultimi mesi, tuttavia, le preoccupazioni per questi stati, e per l’Unione Europea in generale, sono state ulteriormente alimentate dal sospetto sabotaggio di alcuni di questi cavi. Tra novembre 2024 e gennaio 2025, una serie di incidenti ha sollevato allarmi sulla sicurezza di queste infrastrutture critiche. Maggiore sospettata è la cosiddetta flotta “fantasma” di Mosca, un insieme di unità navali non ufficiali utilizzate per operazioni clandestine.
Questo scenario riflette l’intensificazione delle rivalità strategiche nella regione baltica, dove il controllo delle telecomunicazioni e delle risorse energetiche è cruciale per l’equilibrio geopolitico. Questi recenti eventi evidenziano non solo il rischio di escalation militare, ma anche il potenziale impatto sulle economie regionali nonché sulla sicurezza delle telecomunicazioni globali.
Questa analisi intende esplorare le cause di questa recente escalation, le dinamiche strategiche in gioco e le possibili ripercussioni per l’Europa e la comunità internazionale.
Retroscena: gli incidenti
Di seguito una breve cronologia degli incidenti:
1. Incidente del 17-18 novembre 2024. Il 17 novembre, Telia Lietuva ha segnalato un guasto al cavo BCS Est-Ovest tra la Lituania e l’isola svedese di Gotland, registrato intorno alle 10 del mattino. Nelle prime ore del 18 novembre, anche il cavo C-Lion1 che collega Finlandia e Germania è stato danneggiato, secondo l’operatore finlandese Cinia. Telia Lietuva ha inoltre osservato che entrambi i cavi si intersecano in un’area ristretta, suggerendo una causa non accidentale. A tal proposito, il direttore tecnico di Telia Lietuva, Andrius Šemeškevičius, ha chiarito: “Possiamo vedere che i cavi si incrociano in un’area di soli 10 metri quadrati; si intersecano. […] Poiché entrambi sono danneggiati, è chiaro che non si è trattato di una caduta accidentale di una delle ancore della nave, ma potrebbe esserci qualcosa di più serio in corso.”
È importante notare che una nave cinese, la Yi Peng Three, sia ritenuta la principale responsabile dell’incidente poiché si trovava in zona e che da allora abbia gettato l’ancora in acque internazionali al largo della Danimarca.
2. Incidente del 25 dicembre 2024. Il 25 dicembre 2024, tre cavi in fibra ottica tra Finlandia ed Estonia sono stati danneggiati: due di proprietà dell’operatore finlandese Elisa e uno dell’operatore cinese Citic. Il 26 dicembre, le autorità finlandesi hanno assunto il controllo della petroliera Eagle S registrata nelle Isole Cook. Il servizio doganale finlandese ha attribuito la nave alla flotta fantasma russa, composta da vecchie petroliere non assicurate usate per aggirare le sanzioni occidentali. Questo incidente ha anche sollevato preoccupazioni circa il rischio ambientale associato alla condizione delle navi.
3. Incidente del 26 gennaio 2025. Un cavo in fibra ottica tra Lettonia e Svezia è stato danneggiato, probabilmente a causa di interferenze esterne, secondo le autorità lettoni. In risposta, la NATO ha inviato navi di pattuglia nella zona e la Svezia ha avviato un’indagine per sabotaggio. Il servizio di sicurezza svedese ha fermato una nave di proprietà bulgara in rotta dalla Russia. La società bulgara BMF, proprietaria della nave battente bandiera maltese, ha finora negato qualsiasi sabotaggio al cavo.
4. Incidente del 21 febbraio 2025. Le autorità finlandesi e svedesi hanno riferito circa il possibile danneggiamento di un cavo sottomarino nel Mar Baltico, in acque svedesi, vicino all’isola di Gotland. Il cavo interessato è il C-Lion 1, che collega Finlandia e Germania, un cavo già soggetto a danni in passato. La società finlandese di telecomunicazioni Cinia ha segnalato che non vi è stato alcun impatto sulla funzionalità del cavo.
Reazioni
In seguito agli incidenti, diverse sono state le reazioni da parte della Commissione Europea e della NATO, esprimendo come preoccupazione principale le operazioni della flotta fantasma. In particolare, l’incidente del 25 dicembre ha scatenato le forti reazioni della Commissione Europea, a cui hanno fatto seguito nuove sanzioni contro la suddetta flotta.
All’indomani dell’incidente del 25 dicembre, la Commissione Europea ha rilasciato una dichiarazione in cui ha applaudito le autorità finlandesi per il loro tempestivo intervento esprimendo, inoltre, piena solidarietà a Finlandia, Estonia e Germania.
Nella dichiarazione , la Commissione Europea ha anche condannato il danneggiamento delle infrastrutture europee di telecomunicazione operando un chiaro collegamento tra la nave sospetta e la flotta fantasma, il cui scopo principale sarebbe minacciare la sicurezza internazionale e finanziare la guerra. A tal fine, la Commissione Europea ha affermato che ci saranno ulteriori sanzioni per la Russia come risposta a questi danneggiamenti. L’UE, ha aggiunto la Commissione Europea, sta inoltre rafforzando la protezione dei cavi sottomarini con nuove tecnologie, scambio di informazioni e cooperazione internazionale, chiarendo che attualmente non vi è alcun rischio per l’approvvigionamento elettrico nella regione.
Anche la NATO ha reagito all’incidente. Il 26 dicembre, il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha affermato che l’alleanza è pronta a supportare Finlandia ed Estonia nelle loro indagini su un possibile atto di sabotaggio. Rutte ha pubblicato su un post sul social media X di aver discusso del presunto sabotaggio dei cavi nel Mar Baltico con il Primo Ministro estone Kristen Michal, ribadendo la posizione della NATO di piena solidarietà con gli alleati. Ha anche sottolineato che l’alleanza condanna fermamente qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche e monitorerà attentamente le indagini in corso e fornirà il supporto necessario.
Già in precedenza, nell’aprile 2024, il vicecomandante del Comando marittimo alleato della NATO, viceammiraglio Didier Maleterre, ha osservato che la rete di cavi sottomarini, cruciale per l’energia e le comunicazioni in Europa, non è stata progettata per affrontare la “guerra ibrida” condotta dalla Russia e da altri avversari della NATO. Ha anche sottolineato che la Russia ha sviluppato strategie di guerra ibrida sottomarina, mirando a destabilizzare l’economia europea attraverso attacchi a cavi Internet e oleodotti, mettendo a repentaglio l’intera infrastruttura sottomarina. Questo commento faceva riferimento a due incidenti precedenti, quelli sul Nord Stream 1 e 2, verificatisi nel settembre 2022, e in seguito sul Balticconnector nel 2023.
Più di recente, il 21 febbraio, il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Henna Virkkunen ha presentato la Comunicazione congiunta della Commissione, che include una serie di misure volte a migliorare la protezione delle infrastrutture sottomarine critiche. Tali misure ruotano attorno a quattro pilastri fondamentali: prevenzione, rilevamento, risposta e recupero e deterrenza.
Il fattore Cina
Come accennato in precedenza, i sospetti sulla Cina inerenti alla nave Yi Peng Three sono stati accantonati in seguito alla conferma da parte del Ministero degli Esteri cinese che l’allontanamento dall’area era stato eseguito per il benessere dell’equipaggio, aggiungendo che il paese rimane aperto alla cooperazione sugli ulteriori sviluppi riguardanti l’incidente. Tuttavia, il ministro degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard ha espresso delusione per il fatto che ai procuratori svedesi sia stato negato il permesso di condurre un’indagine a bordo. Di conseguenza, alla polizia svedese è stato concesso il diritto di partecipare solo come osservatore durante l’indagine eseguita dalla Cina. Nonostante la richiesta formale della Svezia, che, secondo Stoccolma, non è stata ancora soddisfatta, la Cina afferma di avere condiviso informazioni sull’indagine, ma la Svezia accusa Pechino di mancanza di trasparenza.
Sebbene le autorità di Svezia, Lituania, Finlandia e Germania non abbiano ufficialmente incolpato la nave, i suoi movimenti dal Mar Baltico verso l’Oceano Atlantico sono stati ritenuti sospetti. Si deve inoltre tenere in conto che la Cina non sarebbe nuova a tali operazioni, poiché nel 2023, la nave portacontainers Newnew Polar Bear è salpata al largo della zona dopo aver trascinato l’ancora agganciando un gasdotto e, forse, due cavi sottomarini , come riportato dalle autorità svedesi e finlandesi.
Dopo 10 mesi dall’incidente, la Cina ha riconosciuto il suo coinvolgimento in esso, adducendo come giustificazione una generale mancanza di attenzione. Una versione non totalmente accettata dai paesi colpiti dal danno.
Il fattore flotta fantasma
Come conseguenza dei numerosi pacchetti di sanzioni imposte alla Russia, il termine “flotta fantasma” ha guadagnato una certa popolarità.
Una delle definizioni più diffuse è quella che sostiene che la flotta fantasma “comprende tutte le imbarcazioni prive di assicurazione occidentale e appartenenti a società non UE/G7+, applicando le diverse tattiche impiegate dalla Russia per aggirare le sanzioni e sottolineando i potenziali rischi associati a queste operazioni”.
L’Organizzazione marittima internazionale, in una risoluzione del 2023, ha ulteriormente specificato quali criteri dovrebbero essere applicati a questa definizione:
● Eseguire operazioni non sicure che non rispettano le normative internazionali, gli standard e le best practice del settore.
● Evitare intenzionalmente le ispezioni di controllo dello Stato di bandiera e dello Stato di approdo.
● Non mantenere un’adeguata assicurazione di responsabilità civile o altre garanzie finanziarie.
● Evitare intenzionalmente controlli o ispezioni commerciali.
● Non operare secondo una politica di governance aziendale trasparente che garantisca il benessere e la sicurezza delle persone a bordo e la protezione dell’ambiente marino.
● Adottare intenzionalmente misure per evitare il rilevamento della nave, come lo spegnimento delle trasmissioni AIS o LRIT o nascondere l’identità effettiva della nave quando non vi è alcuna preoccupazione legittima per la sicurezza o protezione sufficiente a giustificare tale azione;
Sebbene il numero esatto delle navi che compongo la flotta fantasma russa non possa essere definito con assoluta precisione, la Kyiv School of Economics Institute ha calcolato che tale numero dovrebbe ammontare a circa 400 navi che solitamente trasportano merci quali petrolio, gasolio e benzina.
La risposta della NATO: il Baltic Sentry
Dopo l’incidente di dicembre, il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha dichiarato che la NATO intensificherà il pattugliamento nel Mar Baltico. Ciò aiuterebbe le autorità finlandesi che, nel frattempo, hanno bloccato una nave russa, la Eagle S. La nave, ufficialmente registrata nelle Isole Cook, si ritiene faccia parte della flotta fantasma.
Nel gennaio 2025, Rutte, insieme al Presidente finlandese Alexander Stubb e al Primo Ministro estone Kristen Michal, hanno organizzato un vertice degli alleati del Mar Baltico a Helsinki il 14 gennaio 2025. Durante l’evento, Rutte ha annunciato il lancio del progetto “Baltic Sentry”, una nuova iniziativa militare della NATO per rafforzare la protezione delle infrastrutture critiche nel Mar Baltico.
L’iniziativa rafforzerà la presenza della NATO con fregate, velivoli da pattugliamento marittimo e droni navali, integrando al contempo risorse di sorveglianza nazionale per migliorare la sicurezza delle infrastrutture sottomarine.
Rutte ha inoltre sottolineato l’importanza della cooperazione per garantire la sicurezza delle infrastrutture. La NATO collaborerà anche con la Critical Undersea Infrastructure Network, compresi i partner del settore, per migliorare la resilienza ed esplorare ulteriori misure di protezione.
Conclusione
Indubbiamente, questa sequenza di incidenti evidenzia la vulnerabilità delle infrastrutture strategiche nel Mar Baltico e il crescente rischio di escalation geopolitica nella regione. Inoltre, i quattro incidenti elencati rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché seguono un’altra serie di incidenti avvenuti nel 2022 e nel 2023. Non sorprende che, in questo contesto, Estonia, Lettonia e Lituania abbiano annunciato l’8 febbraio 2025 la completa disconnessione dalla rete elettrica russa. Il 9 febbraio, i tre stati baltici hanno avviato il processo di sincronizzazione con l’area di frequenza europea. Questa mossa ha segnato la fine della dipendenza dei tre stati dalla rete elettrica Brell (Bielorussia, Russia, Estonia, Lettonia e Lituania), il cui controllo era affidato a Mosca.
Nella migliore delle ipotesi, i prossimi negoziati avviati dal presidente degli Stati Uniti Trump per porre fine alla guerra in Ucraina potrebbero allentare in una certa misura la tensione della guerra ibrida nel Mar Baltico. Tuttavia, la situazione non è così semplice. Altri fattori devono essere considerati in questa equazione. Uno di questi è sicuramente la possibilità che l’Ucraina aderisca alla NATO e/o all’UE in futuro, anche se questa soluzione non appare fattibile secondo le recenti richieste russe al fine di avviare il negoziato di pace. In caso contrario, questa mossa potrebbe contribuire a un’ulteriore escalation in queste acque contese, come silente risposta di Mosca.
Dal momento che le telecomunicazioni nonché lo scambio di dati tra paesi hanno assunto in questa epoca storica un’importanza strategica primaria, questi eventi evidenziano le modalità in cui il crescente utilizzo di infrastrutture sottomarine come obiettivi di guerra ibrida possa facilmente trasformarsi in strumenti di pressione geopolitica. Alla luce di tali considerazioni, e data la posizione strategica, la regione baltica si conferma quindi un punto focale nello scontro di interessi, con gravi implicazioni per l’energia europea e la sicurezza digitale. Le decisioni di politica internazionale attualmente in corso chiariranno la direzione che questa regione intraprenderà nonché la sicurezza degli stati interessati (e non solo).
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Giornalista specializzata in studi sulla Russia, sul Caucaso, sull’Asia Centrale e sulla Grecia Moderna. Attualmente, svolge ricerche sulla propaganda russa attraverso i media. Vive a Malmö, in Svezia.