Brexit, la prospettiva di Londra

All’indomani del voto che riapre la trattativa tra Regno Unito e Unione Europea, Londra non ha ancora capito cosa sta succedendo. Tecnicamente la premier Theresa May ha due settimane di tempo per trovare una differente soluzione al cosiddetto “Irish Backstop”, ma l’aria che si respira nella City, e più in generale nella città di Londra, non è delle migliori. Dozzine di uffici e attività commerciali sfitti e un’incertezza dilagante accompagnano il processo di transizione.

Allo stato attuale, oltre all’assenza di un solido accordo di transizione, si sente la mancanza di piani di contingenza da parte dell’amministrazione. Questo non può che creare incertezza, anche in tutti quegli attori sociali convinti che una soluzione si sarebbe trovata nel corso di questi due anni e mezzo.

Al momento nessuna disposizione ufficiale è in grado di garantire la qualità del business che ha sempre contraddistinto la capitale britannica: flessibile, disponibile e duttile da sempre quando si tratta di supporto all’impresa, ad ogni suo livello. Startup rivoluzionarie come Revolut e Monzo, in grado di conquistare in poco tempo il mercato delle transazioni giornaliere, grandi giganti d’impresa o servizi hanno da sempre scelto Londra per la sua incredibile offerta di servizi e il suo estremo orientamento alla facilitazione del “fare business”.

Facendo le dovute considerazioni, come tener conto di una strategia volutamente estrema nel momento del voto e della consueta abilità britannica nell’identificare opportunità nel lungo termine, viene naturale chiedersi se il metodo usato per gestire questa transizione sia stato appropriato o meno. Impossibile definire la strategia perfetta o quella migliore, ma è sicuramente ipotizzabile uno scenario in cui, per quanto difficile, una decisione possa essere gestita con notevole anticipo e tempistiche più delineate.

Nel frattempo, il tasso di cambio oscilla seguendo indicatori ben poco attinenti all’economia reale e molto più inerenti alla politica economica vista nei media. I grandi player del food and retail sono preoccupati dall’assenza di un processo definito che dia disposizioni per il 30 marzo e l’incertezza generale si trasforma sempre più in una passiva attesa.

Una popolazione intera guarda a Westminster cercando di capire cosa sia meglio per il futuro.

Attraversare London Bridge per andare in ufficio è sempre uguale…  beh, a parte House of Fraser a Monument che ha chiuso, quello sì che è stato un bel colpo di scena.

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