Stop the Game

04/01/2021 Game Stop è quotata in borsa al valore di 17,25 dollari per azione. La società, nata nel 1984 a Dallas, attraversa una fase calante del proprio business model, già fortemente compromesso prima della crisi pandemica. E’ il naturale percorso di declino per le compagnie che non hanno adattato le proprie fondamenta di business ai fattori esogeni del mercato che muta sistematicamente.

Declini simili nel corso dei decenni sono stati molteplici: Blockbuster, Nokia, BlackBerry solo per citare alcune società, tutte accomunate dallo stesso modello di business statico, che, in un settore come quello tecnologico, statico non può essere per antonomasia.

29/01/2021 Game Stop è quotata a 287,00 dollari per azione, dopo aver sfiorato quota 500 dollari nei giorni precedenti. Un aumento da capogiro rispetto ad inizio anno, con percentuali assurde per i mercati tradizionali.

Analizzando oggettivamente i due valori, la naturale deduzione di tale aumento è basata sull’ipotesi che GME abbia adeguato il proprio business model alle nuove esigenze di mercato o che abbia sviluppato nuovi prodotti/servizi, scatenando cosi la fiducia degli investitori. Nulla di tutto ciò.

Game Stop non ha introdotto nessun cambiamento di output, non è stata oggetto di operazioni di M&A, non ha stravolto i propri assets.

L’aumento illogico del valore delle azioni di GME è da identificarsi in una vera e propria battaglia ideologica portata avanti da una community di traders retail, gente comune. La portata simbolica di questa operazione non ha precedenti nella storia dei mercati tradizionali.

Nel dettaglio, un gruppo di utenti Reddit, coordinandosi nella sezione WallStreetBets e in gruppi Telegram e Discord, ha iniziato una dettagliata analisi di mercato, andando ad intercettare tutte le aziende con un elevato short interest, ovvero con un’elevata percentuale di azioni short sul mercato. Alla base di tale propensione c’è l’evidente carenza di fondamentali positivi per i titoli identificati. Le posizioni short sono tutte degli hedge funds, capaci di muovere somme enormi all’interno del mercato.

Dopo aver individuato una serie di titoli, tra cui GME, la community ha iniziato ad acquistare contemporaneamente sia azioni che call option a breve scadenza, strumento che permette di avere gain solo se il prezzo del titolo aumenta. L’operazione, nata come una pura scommessa, ha coinvolto sempre più traders retail andando ad innescare un meccanismo dirompente. Ad essere interessate da questi movimenti sono state anche AMC, BBBY.

Le controparti all’interno del mercato, i market maker, una volta che tale meccanismo si è strutturato, hanno necessariamente dovuto acquistare i sottostanti dei titoli di riferimento per non avere un’esposizione troppo elevata e per garantire liquidità all’interno del mercato, considerato il crescente acquisto di posizioni call.

Il terzo fenomeno scaturito da queste folli operazioni di mercato è stato l’acquisto massivo dei titoli interessati da parte degli hedge funds che stavano shortando gli stessi, questo per avere una copertura e per poter ricalibrare la loro posizione all’intero del mercato cercando di limitare le perdite.

Questo loop, acquisto del titolo da parte degli utenti Reddit e contestuale acquisto dello stesso sia da parte dei market maker sia dagli hedge funds al fine di limitare le esposizioni, ha portato alla crescita irrazionale del titolo di GME, arrecando perdite per miliardi di dollari per i fondi interessati, primo fra tutti Melvin Capital.

Il mercato finanziario è sempre stato mosso dai grandi capitali dei fondi strutturati, mai era successo che dei traders retail potessero influenzare così marcatamente dei titoli, creando quello che in gergo tecnico viene chiamato “gamma squeeze”.

La notizia è stata ripresa dai media di tutto il mondo ed è intervenuta indirettamente anche la SEC per porre fine a tali operazioni. Dal 28 di gennaio non è infatti più possibile effettuare operazioni di acquisto su alcune delle piattaforme di trading più popolari negli Stati Uniti, prima fra tutte Robinhood, dalla quale sono partiti circa la metà degli ordini di acquisto dei titoli interessati dall’operazione. Il blocco delle contrattazioni sul titolo è stato annunciato dal CEO della piattaforma, Baiju Bhatt, come ”un’operazione necessaria per la tutela degli investitori”. Nelle ultime ore sono stati bloccati anche i gruppi Facebook di WallStreetBets, rese private alcune chat Reddit e bloccati i server Discord. Il prezzo del titolo GME è inevitabilmente sceso, consentendo ai fondi speculativi di riprendere posizione.

La narrativa finanziaria delle ultime settimane pone una domanda lampante: il mercato è davvero libero?

La risposta è certamente negativa, i fatti lo stanno dimostrando. La “rivincita del parco buoi”, la sovversione delle regole prestabilite, ha obbligato immediatamente i regolatori ad intervenire cercando di limitare questo “flash mob” finanziario. All’interno delle dinamiche tradizionali dei mercati finanziari quasi sicuramente questa operazione non avrà delle conseguenze concrete, ciò che però creerà un interessante precedente sarà la portata ideologica di quanto accaduto: un manipolo coordinato di traders, anche dilettanti, è riuscito a soggiogare alcuni tra i più importanti fondi speculativi al mondo, ottenendo profitti milionari e del tutto irrazionali. Questa è libertà. Libertà di agire e di trarre condizioni vantaggiose personali da dinamiche esterne.

Libertà frenata bruscamente dal controllore.

Come in tutti gli aspetti della vita civile, non esiste una verità univoca: all’interno dell’ecosistema finanziario i buoni e i cattivi sono solo etichette. Sono necessari entrambi al sistema, sia gli short seller che i piccoli traders.

L’aspetto però che reputo interessante da questa vicenda è il sentimento sempre più comune, soprattutto tra le nuove generazioni, della necessità di decentralizzare. L’esigenza di decentralizzare gli aspetti politici, quelli sociali e soprattutto quelli finanziari. Il settore crypto ne è un evidente dimostrazione e la teoria della denazionalizzazione della moneta di Hayek, sempre più attuale.

La consapevolezza di poter “cambiare” la propria vita, agendo, evitando l’immobilismo e rincorrendo un dinamismo conoscitivo, è un processo che sta subendo accelerazioni notevoli.

I cicli, soprattutto quelli economici, hanno un inizio ed una fine e, anch’essi, si ripetono in un loop infinito. I fattori geopolitici oltre che quelli finanziari fanno ben intendere che, probabilmente, ci troviamo nella fine di uno di questi.

Sarà interessante analizzare, in un futuro non troppo prossimo, la valenza ideologica di ciò che è avvenuto sui mercati in questi primi 30 giorni di questo nuovo decennio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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