Due soluzioni per il problema climatico

Draghi ha ricevuto e rassicurato Greta e Vanessa sull’impegno in tema di cambiamento climatico. Credo che qualcosa di più occorresse dire alle interessate. Ricordiamo che in Europa concorriamo all’inquinamento globale solo per l’8 per cento, mentre gran parte delle emissioni viene dai popolosissimi paesi asiatici oltre che dagli Stati Uniti. Se vogliamo incidere davvero sul cambiamento, i nostri sforzi non basteranno, tanto più per il fatto che i paesi emergenti non saranno disposti a sacrifici gravi, che penalizzino le aspettative di crescita delle loro condizioni di vita volte ad adeguarle a quelle dei modelli occidentali.
Bisogna convincersi che la fonte principale di inquinamento è l’umanità stessa con le sue condizioni di vita evolute in materia di riscaldamento, mobilità, assistenza sanitaria, nutrizione: tutte condizioni che hanno portato alla crescita della speranza di vita alla nascita e in generale della vita media. Ne è scaturita un’impennata della popolazione mondiale che punta rapidamente ai 10 miliardi. In tale prospettiva è difficile immaginare che, nonostante gli impegni dei diversi governi, si possano conseguire i risultati sperati sul piano delle energie necessarie per un livello di vita equamente distribuito nel globo, a meno di trovare soluzioni tecnologiche oggi non immaginabili o di ricorrere all’energia nucleare. L’alternativa è quella di vincolare a uno stato di povertà, non si sa quanto dignitosa e quanto accettata, tutta la popolazione mondiale: venendo meno le attuali condizioni vita si ridurrebbero inoltre speranza di vita e vita media con calo della popolazione globale.
Se la crescita della popolazione è causa essa stessa della sua condanna a subire le vendette del clima o a ridurre le proprie fonti di sostentamento, sarebbe il caso inoltre di proporre misure per il contenimento demografico a livello globale in aggiunta allo sviluppo di tecnologie innovative (anche sul nucleare).
I giovani hanno quindi ragione nell’essere preoccupati per il futuro. Bisogna però dare loro risposte corrette: dire loro che non è possibile rinunciare in anticipo a tecnologie quali il nucleare e al controllo demografico. E forse sarebbe il caso di smetterla col pianto sulle culle vuote.

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