Lo STATO e le BANCHE: l’attacco all’Economia Reale e alla Società Civile

Mentre il mainstream distrae il popolo con la guerra che vogliono solo i potenti ma non le genti, dietro le quinte, con un annuncio stringato, sull’Ansa del 2 marzo 2022, che sfugge a tutti i cittadini, lo Stato annuncia, tramite il suo ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, una iniziativa, chiamata IDPay, ben più famigerata del famosissimo green pass.

Il ministro asserisce, in maniera apodittica che non ammette replica: “non c’è un vantaggio per il Paese dall’utilizzo del contate, ma c’è uno svantaggio”.

Davvero? Perché uno svantaggio? Per chi? Di quale Paese parla Colao?

E, poi, aggiunge: “La battaglia per avere meno contanti e più cashless è una battaglia per digitalizzare il paese e aumentare la produttività e la competitività delle piccole imprese”.

È andato in guerra anche il ministro! Tanto lui non ci perde nulla!

Ma che ne sa Vittorio Colao di economia?

Digitalizzare il Paese, secondo il ministro, significherebbe aumentare la produttività e competitività delle piccole imprese?

La sua tesi è una grandissima bufala da propinare solo ad un gregge indifferente.

La produttività e competitività delle Partite Iva si ottiene liberando l’economia reale dalle demenzialità restrittive e costrittive della burocrazia amministrativa, della burocrazia fiscale, della burocrazia bancaria, della burocrazia giudiziaria.

Basti leggere che l’Ufficio Studi della CGIA, Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre (con dati 2017 di fonte The European House Ambrosetti e Istat, prima della pandemia) stima il costo annuo della burocrazia per le PMI e per gli autonomi pari a € 57,2 mld, ben più di una manovra finanziaria.

In Italia si stimano 160.000 norme, di cui 71.000 a livello centrale.

Un inferno; mentre in Francia le norme sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000.

La Assolombarda, dal canto suo, dichiara che “Il peso della burocrazia sul fatturato tocca il 4% per le piccole imprese” che viene drenato e succhiato dallo Stato; tutto a valere sul margine a discapito della produttività e competitività.

Allora? Di che blatera il ministro Colao?

Di tutto questo, e cioè del vero e concreto problema della economia reale d’Italia non se ne parla; nemmeno nel PNRR che, in verità, affosserà l’Italia con uno tsunami di debiti che il popolo dovrà restituire impoverendosi irrimediabilmente.

 

Ma Colao non si ferma qui. Aggredisce il cittadino comune e dice, serafico e tranquillizzante: “Stiamo pensando ad una piattaforma per l’erogazione di tutti i benefici sociali, …, tutto direttamente in digitale, addirittura in pagamento anticipato, senza bisogno di dover anticipare i soldi, venire riconosciuti nel punto vendita e ricevere l’ammontare di bonus di voucher grazie alla piattaforma … Contanti addio, il futuro digitale dei pagamenti”.

Che cosa voglia dire tutto questo, lo sa solo lui: parole al vento.

Infatti, nessuno deve ben comprendere cosa ci aspetta.

Ma l’annuncio è fatto, nessuno reagisce, lui ha fatto il suo dovere.

Noi capiamo, invece, che la economia reale e la società civile saranno irretite definitivamente.

Se la innovazione tecnologica e la digitalizzazione servissero per una riforma radicale e complessiva del sistema paese, nel rispetto delle identità e delle libertà e della dignità dell’individuo, sarebbe la ben venuta; ma la digitalizzazione di Colao non è altro che una gabbia mortale che impedisce ogni esercizio di libertà, promuove un controllo spietato e puntuale, riduce alla totale mercè di interventi coercitivi, priva di ogni angolo di privacy, sottintende il rischio di blocco delle proprietà di ciascuno.

Una vita da ergastolani dove il sistema bancario, incapace di vivere con i tassi dei mutui e dei prestiti, cambia la propria funzione originaria in quella di centrale di assiduo e puntuale controllo della persona.

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto