Quousque tandem abutere, Speranza, patientia nostra?

Oggi si è celebrato in Senato il “processo farsa” al ministro della sanità Speranza.

Con la compagine di destra, compromessa con il governo, era chiaramente impossibile un voto diverso, da quello che, ha respinto le tre mozioni di sfiducia, volute da Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni.

Salvini intascati i 30 denari del tradimento, rappresentati dalla promessa di spostamento alle 23 del coprifuoco e da qualche altro allentamento sulle misure restrittive anti Covid, si è allineato alla maggioranza.

Oggi addirittura sicuro di incassare il voto di fiducia, il ministro Speranza ha tuonato «In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia».

Ma questo non è assolutamente vero!

Un’epidemia ha nella politica il suo punto di riferimento, la scienza può, con i suoi studi ed i suoi dati, dare un suggerimento, ma chi decide che cosa fare o che cosa non fare, è la politica.

Questo infatti è il mestiere della politica, quello di decidere gli interessi della nazione.

Ecco perché reputo che il ministro Speranza è assolutamente uno dei responsabili politici del disastro in cui ha portato il nostro paese, naturalmente con la complicità del capo dell’ex-governo giallo rosso, Giuseppe Conte.

Un ministro che nella sua tronfia presunzione, invece di preoccuparsi dell’arrivo di una seconda ondata, scriveva il suo libro di come aveva sconfitto la pandemia.
Solo questo fatto, così eclatante, sarebbe stato sufficiente per una persona, dotata di una briciola di onestà intellettuale, a prendere la decisione di dimettersi, per manifesta incapacità.

Il ministro Speranza sa perfettamente che gli oltre 120.000 morti a cui stiamo arrivando giorno dopo giorno, chiedono a gran voce giustizia, già qui in terra.

Perché non sono morti per disgrazia o per sfortuna, ma in buona misura anche e soprattutto a causa di una politica maldestra ed impreparata.

Mentre il ministro scriveva sul suo libro che attraverso la pandemia si poteva ricreare un’egemonia della sinistra, sul fronte si avvicinava la tempesta della seconda e poi della terza ondata.
Una visione politicizzata frutto di anni di un bigotto senso del comunismo confuso con un impreparazione tecnica.

Un governo quello del ministro Speranza che non aveva un piano pandemico aggiornato e che ha lasciato morire operatori del settore sanitario scientemente, non dotandoli di procedure e di strumenti idonei di protezione personale.

Ma ora il ministro Speranza dice fieramente che il piano è stato aggiornato.

Certo, dopo lo scandalo sollevato dal programma televisivo “Non è l’arena”, sarebbe stato difficile non metterlo a posto.

 

Il ministro oggi richiama all’unità di fronte al virus, perché nei mesi precedenti del governo Conte, la situazione era diversa, come mai allora non invocava l’unità e procedeva senza tenere in considerazione nessun suggerimento?
No, non era diversa, ma oggi il ministro richiamava all’unità quel centrodestra che è caduto nella trappola tesa dalla sinistra e dal M5S.

 

Il ministro poi per difendersi riversa la colpa dei tagli alla sanità pubblica sui governi precedenti.

Ma ministro lei era già dentro in quei governi sicuramente colpevoli ma anche lei ha votato i tagli di cui oggi accusa altri, immemore, come il collega Toninelli, di quello che ha votato.

 

Ora Salvini e FI chiedono una commissione d’inchiesta sul disastro nazionale della pandemia, sulla Caporetto della sanità, sulla somma di morti civili della seconda guerra mondiale eguagliata in un anno e qualche mese.

Mi auguro che si faccia e velocemente per portare alla luce la gestione inadatta e colpevole di una classe politica, da mandare velocemente a casa.

 

La pandemia non è una colpa del governo, ma la sua gestione politica sì.
La politica doveva gestire la nazione per fronteggiarla, ma era impegnata a strombazzare ed a suonare pifferi per annebbiare la vista agli italiani.

 

Peccato che Draghi non abbia saputo seguire l’esempio di un grande politico della romanità: Cicerone.

Egli inchiodò alle sue responsabilità il corrotto Catilina, di fronte al senato della repubblica romana.

Quanto mi sarebbe piaciuto sentire uscire dalla bocca di Draghi: «Quousque tandem abutere, Speranza, patientia nostra?».

Per chi non mastica il latino, tradotta letteralmente, significa «Fino a quando dunque, ministro Speranza, abuserai della nostra pazienza?».

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