Qualche calcolo può aiutare la giustizia

Non è la prima volta che torno sui problemi della giustizia per rappresentare come l’attuale sistema delle sanzioni, in particolare quelle penali, risultano essere spesso irrazionali e, in una logica “costi-benefici”, spiegano la scelta, moralmente riprovevole ma razionalmente giustificata, di delinquere. Gli esempi non mancano e vi propongo, per farvi meglio intendere cosa voglio dire, un modello di scelta razionale in una mente deviata.

Ipotizziamo la scelta delinquenziale di “… se è meglio rubare in un appartamento, ovvero, un auto, oppure, alzare la posta e decidere per una rapina, magari in abitazione”. Premettiamo che, rispettivamente, il vigente codice penale prevede, nel primo caso, da uno a sei anni di reclusione, nel secondo da 6 mesi a 3 anni e, infine, per la rapina, da 4 a 20 anni. Adesso, scorrendo le statistiche che il Ministero della Giustizia annualmente pubblica sui reati degli italiani, abbiamo che la probabilità di successo (e quindi di farla franca) per il delinquente è nell’ipotesi di furto in appartamento di circa il 94 %, mentre  per il furto d’auto addirittura del 97%; invece, nel caso di rapina in appartamento, le percentuali di successo si abbassano in modo vertiginoso fino ad un 24%.  Peraltro, è noto, in particolare ai ladri, che esiste un buon mercato per le auto rubate, mentre è più complesso, in caso di furto in casa, riuscire a prelevare contante e, a meno di avere notizie certe sull’esistenza di una cassaforte accessibile, di solito il ricavato del furto in un appartamento si limita a pochi contanti ed a qualche gioiello (in genere, orecchini, collane, anelli, orologi, o argenteria, ecc.) preziosi che, per la verità, vengono venduti con difficolta e con qualche rischio, molto al di sotto del prezzo di mercato. Altra storia sono i furti su commissione che, comunque, rappresentano una componente minoritaria. Ne segue che il guadagno ipotizzabile da un furto d’auto è generalmente pressoché equivalente a quello di un furto in casa.  Molto maggiore si presume il ricavo da una rapina in appartamento; la presenza della famiglia dà, infatti, la possibilità di accedere prontamente alla cassaforte e di prelevare oggetti di valore nonché di estorcere denaro ai presenti in vario modo.

Ciò premesso, ipotizzando un costo per la perdita della libertà del ladro pari a circa 25 euro al giorno, possiamo facilmente calcolare  quale dei possibili reati ipotizzati massimizza il pay off;  in altri termini, l’illecito più redditizio.  Concentriamoci prima sul prezzo della libertà.  Esso, per l’ingiusta detenzione,  è calcolato generalmente in circa 250 euro; tuttavia, qui stiamo valutando altra cosa, ovvero, se conviene delinquere o lavorare.  Ora, se per un giovane il prezzo medio del lavoro è all’incirca di 700 euro (quindi  circa 25 euro al giorno), possiamo convenire che  il denaro di cui ci si priva quando si è reclusi e, quindi della sua libertà, vale almeno circa 25 euro al mese.  Adesso, con un semplice prodotto  tra la probabilità di finire in prigione ( rispettivamente il 6%, il 7% ed il 66%), il mancato guadagno lecito (i 25 euro giornalieri) ed ipotizzando che al reo sia applicata la pena detentiva media (dunque: per il furto in casa 3,5 anni; 1,3 anni per il furto di auto; e, infine, di 12 anni per la rapina) si ha l’importo a cui si rinuncia per la detenzione.  Razionalmente il ladro sceglie il tipo di furto che gli assicura di massimizzare il suo guadagno, nel nostro esempio, sembra che rubare macchine abbia un “costo” di soli 356 euro, mentre un furto in appartamento di circa 1.916 euro; molto di più per le rapine in appartamento, dove il costo sale a 83.220 euro.

Ora per verificare quale reato conviene commettere, tra quelli prefigurati, occorre confrontare il costo trovato con il possibile beneficio. Se poniamo che il ricavato di una rapina in appartamento sia grosso modo simile a quello del furto di un’automobile e diciamo che possa portare rispettivamente ad un ricavo di 5.000 euro e 4.000 euro, mentre per la rapina ipotizziamo un ricavo di 30.000 euro, abbiamo un pay off rispettivamente di  3.644 euro, di 3.084 euro ed una perdita di ben 53.220 euro nel caso di rapina. Si tratta naturalmente di valutazioni costi benefici, ma che ci evidenziano che, a conti fatti, conviene rubare autovetture.  Perché?  Bene, tutto considerato, e confrontato il possibile ricavo con il costo della perdita di libertà,  il furto d’auto  assicura un beneficio di 560 euro rispetto all’attività di rubare in casa. Addirittura, nonostante il ricavo di ben 30.000 per una rapina a casa, il costo della probabile detenzione distrugge ogni guadagno. Naturalmente, la ripetizione del reato non modifica sostanzialmente il discorso.

Il legame cosi costruito tra probabilità di scontare la pena, costo della perdita della libertà e detenzione media, può portare ad interessanti e non proprio banalissime considerazioni utili, a nostro modo di vedere, ad impostare una graduazione corretta degli interventi in tale settore. In primo luogo, analizziamo quella che sembra la più ovvia considerazione da fare: in effetti se aumento la pressione delle forze dell’ordine per il perseguimento dei reati citati, in particolare, per i furti d’auto ed in appartamento posso immaginare un aumento della probabilità di scontare la pena prevista dal codice penale, fino a circa il 100%. In tal caso, il valore della libertà per un ladro di auto passa da 356 euro a 11.863 euro. Un formidabile incremento che taglia fuori molti dei possibili guadagni da un furto d’autovettura. Ed, infatti, per ottenere un pay off positivo, il furto dovrà necessariamente concentrarsi su un target molto elevato, probabilmente già sotto il controllo di organizzazioni criminali ben organizzate, e di cui il ladro potrà solo essere un mero esecutore materiale. Per i furti in appartamento il valore cresce da 1.916 euro fino a 31.938 euro; un valore effettivamente troppo alto per un ricavo dal furto in abitazioni ordinarie e, invece, riservato agli appartamenti di lusso che, tuttavia, dispongono di sistemi d’allarme assai sofisticati e non affrontabili, se non da parte di persone di elevata competenza e professionalità. Impensabile poi compiere una rapina in appartamento che passa a 109.500 euro.  Ma intensificare i controlli di polizia fino ad avvicinarsi a un tasso del 100% di soluzione positiva e quindi cattura del colpevole non è a costo zero, ma un ha costi molto alti, legati alla spese per le indagini e la cattura dei responsabili, cosa che si traduce in un incremento sostanzioso della spesa a favore, in primo luogo delle forze di polizia e della magistratura.

Teoricamente più a buon mercato sarebbe intervenire su un’altra componente della formula che stiamo analizzando, ovvero, la misura della pena astrattamente prevista. Infatti se si arrivasse a prescrivere il massimo della pena per i reati citati, il costo della libertà aumenterebbe (in senso crescente), rispettivamente: per i furti di auto fino a 822 euro, per furti in appartamento fino a 3.285 euro e, per le rapine in appartamento, fino a 138.700 euro. Dunque, salvo probabilmente che per le rapine, il costo raddoppia, ma non arriva ad un limite tale da disincentivare il furto, dato che i pay off per i reati di furto sono comunque positivi, ed eventualmente nel caso presentato si osserva che vengono ad essere incentivati maggiormente i furti di auto rispetto a quelli di autovetture, passando da 560 euro a 1.393 euro. Tuttavia, ci piace alla fine dare un’ulteriore indicazione sulla potenza della  formuletta indicata. In effetti, se immaginiamo di raddoppiare lo stipendio minimo dalle 700 euro mensili a 1.400 e quindi di passare ad un costo giornaliero della perdita della libertà da 25 euro a 50 euro, otteniamo dei risultati che a nostro avviso sono molto interessanti. In effetti, si ottiene 712 euro in luogo dell’iniziale 356 euro per i furti d’auto, 3832 euro in luogo di 1.916 euro per i furti in appartamento e, 166.440 euro in luogo di 83.220 euro. E, ancora una volta abbiamo dimostrato come la “miseria” sia un fattore determinante per la convenienza a delinquere.

La storia raccontata, che immagino sia comunque ben presente al legislatore, non sembra, tuttavia, colpire più di tanto se, in effetti, si continua a normare secondo una modalità assolutamente slegata dalle necessità del Paese ed incline, piuttosto, a seguire le mode che, di volta in volta, infiammano l’opinione pubblica.  Eppure, i modi oggettivi per scegliere la “giusta pena” c’è ne sono; in altri termini, anche decidere di essere ladro è una scelta economica, e se, nel comminare le pene, il legislatore fa i giusti calcoli può contribuire a ridurre il numero dei reati.

 

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