I collegi blindati? Figli dell’individualismo statalista…

“Collegio blindato” è l’ultimo ossimoro della politica italiana. Esprime l’assurdo concetto di un collegio elettorale trasformato in una caserma, un fortino. I candidati (si fa per dire) dei collegi blindati sono già in Parlamento. Agli elettori non si chiede di scegliere ma di ratificare una scelta che è stata sottratta alla lotta politica.

È un metodo antidemocratico creato con le procedure democratiche che non vigeva neanche ai tempi della proporzionale pura, della Dc e del Pci e della partitocrazia. Infatti, in quei tempi con la proporzionale e le preferenze si confidava in un meccanismo di controllo del voto ma non si arrivò mai a sospendere all’interno del sistema di voto la necessità della lotta politica ed a neutralizzare l’effetto elettivo del voto popolare.

Gli effetti del Rosatellum non solo sono perversi ma così grotteschi che per definirli e comprenderli bisogna ricorrere a categorie estetiche, letterarie, teatrali. I risultati sono delle pagliacciate e dei personaggi che sembrano uscire dalle commedie di Aristofane o Molière.

Si assiste allo spettacolo parodistico di quelli che erano venuti per rottamare e sono finiti candidati nei collegi sicuri; quelli che si atteggiano a padreterni ma per camminare indossano un paracadute; quelli che strepitano perché se sono candidati in un collegio in cui si gareggia ritengono di essere stati truffati ed esigono la blindatura come riparazione alla propria autorevolezza così autorevole che teme la gara.

La critica ai blindati non è mossa da indignazione – parola che per il troppo uso ha perso senso – e non è un argomento retorico. Piuttosto, si vuole evidenziare che i blindati si presentano come il meglio della politica ma ne sono il contrario perché non si cimentano nella lotta senza la quale non c’è politica.

La blindatura elettorale, però, va persino oltre. È anche il contrario della logica e della morale: collegio significa contesa, gara, gioco, insicurezza e trasformarlo in un “sistema di sicurezza” equivale a mortificare se stessi e gli altri sia intellettualmente sia moralmente.

Insomma, la blindatura è il contrario della vita tutta che per sua intima natura lotta e prova sé stessa.

La democrazia rappresentativa è la rappresentazione della lotta che viene addolcita, senza essere soppressa, sul piano istituzionale ma la blindatura con un sol colpo elimina la lotta e delegittima l’istituzione mettendo al mondo i blindati che sono simili a quegli animali dello zoo che essendo nati in cattività ignorano che il sale della vita libera è la sua lottante conquista.

Gli effetti nocivi della blindatura non riguardano solo la perversione del sistema di voto ma anche quelli ancor più velenosi con cui si instupidisce e droga la libertà.

La cultura politica da cui ha origine il sistema dei blindati è l’individualismo statalista che non concepisce l’ordine statale come garanzia di libertà bensì come un modo per neutralizzare l’ineliminabile conflitto che della libertà individuale e sociale è la fonte.

Il Rosatellum, prodotto di una cultura che ha in sé scorie totalitarie, usa lo Stato per togliere il conflitto dall’elezione dei blindati i quali essendo i figli dell’illibertà dedicheranno il loro mandato a rafforzare quel cretinismo parlamentare con cui l’uomo-massa ritiene che l’ignoranza sia cultura e la volgarità un diritto.

 

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